Cinque anni di sorprese

Dal testo del nostro Comizio-Spettacolo, recitato a due voci, in occasione delle elezioni politiche del 1987, candidati n.17 della Lista “Sole che Ride”.

… Siamo energia pulita, seguiteci nel nostro percorso.

Prima creatura: IL PATACCONE:  ovvero effige ovoidale che – esposta sulla fiancata destra dell’automobile – segnala che chi conduce è disposto, avendone tempo e voglia, a concedere passaggi dentro e fuori la metropoli allo scopo di conoscere, chiacchierare e scoprire che in fondo non c’è mai ragione alcuna per avere fretta. Anche i semafori possono farci l’occhiolino.

Seconda creatura: IL FARFALLONE: immenso lepidottero di tela colorata che, esposto in piazza a Bologna in concomitanza con le prime timidissime discussioni sulla chiusura del centro alle automobili, stava ad invitare i cittadini a far fiorire i loro balconi, sicché tornassero le farfalle in città e loro stessi venissero a passeggiare più a zig zag senza quella pesantezza tipica di chi ha una missione da compiere. Si sa, i simboli aiutano sempre la fantasia nell’impatto con la distratta realtà… ma la terza proposta è concreta da subito…

Terza creatura  mmhhh… invito verdissimo, da mimetismo: IL COLLINONE!

Museo della flora, autoctono e ruspante,

un parco sconosciuto, con fauna assai pimpante

si popolava, immemore degli anni d’abbandono,

alto, sul cielo complice, dall’imbrunire all’alba,

che la rugiada è un attimo, come il piacere estremo.

Bacco Tabacco e Venere, mentuccia ed amarene,

musica delicata e un dito verde in cielo,

per ricordare a tutti i nomi delle stelle.

Lontana è la calura, la sveglia e la questura,

per cento notti almeno, un senso d’avventura.

Sì, la Collina della Musica Soffusa, è per noi fonte di ricordi sublimi ed ha costituito un leggero sussulto demografico per tutta la pianura padana continuamente a bagnomaria.

Quarta creatura: LA FASCIA ORARIA SERENATA:  cioè si tornino a cantare pubblicamente i sentimenti, si faccia un nuovo regalo, una festa nuova, con un’usanza antica.

Nasce l’Agenzia di Serenate, nasce la Serenatoteca. Per dieci e dieci volte il Circolo degli Occhi Dolci varca gli zerbini con i suoi musicanti, si insinua con curiosità e delicatezza nella prima notte di matrimonio di una giovane coppia attonita, nel salotto della Carrà, alla tavola del sindaco di Bologna che però si guarda bene dal farci fare la serenata alla moglie.

Per le serenate i massmedia ci fanno ponticelli d’oro, ma noi siamo già altrove. D’altronde a noi non piacciono le mezze misure: o ricchissimi o niente.

Così d’istinto, per infatuazione, nasce la nostra quinta creatura: VIA INDIPENDENZA LIBERA, ISLAMICA E RUSPANTE.  La bella strada nel centro storico di Bologna è chiusa al traffico per lavori in corso. Noi proponiamo che rimanga sempre così, chiusa alle auto perché scelta come salotto della città: una via senza orari, senza prezzi fissi, con cultura e arte di strada, con divani e portacenere.

Per sostenere questo progetto, il 5 novembre del 1984, sfila – governato dagli organizzatori – come recita il permesso della questura, un corteo di galline. E’ la prima volta dal Medioevo che un pollo vivo entra ed esce da Bologna. Gli autobus danno la precedenza.

Passando sopra alle tante piccole attività, arriviamo ora alla nostra sesta creatura culturale:  PRIMO CORSO DI LINGUA NAPOLETANA, CONOSCERE L’IDIOMA DI UNA CAPITALE.

Prepariamo tutto assieme alla Cooperativa “La Luna nel Pozzo” e con la socente Elisa Durso. Soli, patrocinati con le pinze, senza una lira. Non disturbare il manovratore, ci sentiamo dire. Qualcuno si offende perché chiamiamo razzistella la Pianura Padana.

La prima delle nove lezioni fa giustizia di tutto. All’Università l’aula è stracolma, il biglietto era un pacco di spaghetti: 400 corsisti voltano la pagina della dispensa simultaneamente  (ffrrrr), Tullio De Piscopo suona e canta gratis. Gli diamo una medaglia d’oro.

Sarà così fino alla fine: ogni lezione a finanziare l’altra. La gente prende il posto alle otto di sera. E’ il trionfo del peperoncino!

Che dire poi della settima creatura:IL BEATO FUGHINO. (Non un santo ma un beato, sfrattato dal paradiso)  E’ un invito all’ozio valido per un’intera settimana di maggio. Lo sponsorizza l’ARCI, colgono l’invito studenti e lavoratori… Ognuno farà quel che vuole nel tempo della propria libertà conquistata.

Per il capodanno 1984 gli Occhi Dolci offrono in dono alla città il  Discorso del Faraone Amenhemet I per il giorno della sua incoronazione (1936 a.C.):