Il “Farfallone”

di Gabriele Giunchi

E’ la primavera del 1983. Gli “Occhi Dolci” offrono alla città un’altra soluzione armoniosa e giocosa.

Compriamo 500 vasetti di coccio e altrettante piantine fiorite. Poi chiediamo al Comune di poter esporre il tutto su un bancone in piazza Maggiore per sostenere un progetto urbanistico assai ambizioso: creare le condizioni per il ritorno delle farfalle in città!

Ma per essere più visibili e più accattivanti, facciamo costruire da cari amici un immenso lepidottero – tre metri per tre – con una intelaiatura di ferro saldata ad arte e una tela coloratissima!

Perché tutto ciò?  Perché da qualche tempo, passin passino, senza spingere troppo, la Giunta e il Consiglio Comunale discutono di provare a pedonalizzare un pezzettino del centrino storico di Bologna.

“Se aspettiamo loro – pensiamo – e tutte le titubanze e le suscettibilità dei commercianti e i mi e i mo della nuova viabilità che si renderà necessaria, passeranno i decenni… Facciamoci sentire e soprattutto …vedere, dato che siamo narcisi di prima qualità! Cioè ben disposti a rivolgere la nostra grazia agli altri”.

Il nostro è un evento tutto simbolico ma non privo di efficacia.

“Facciamo fiorire tutti i balconi: se si sfrattano le automobili, potranno tornare le farfalle, volando  lungo la scia profumata di ogni via”. 

Manifesto con il disegno dell’amico Lucio

In più l’iniziativa è sostenuta da un motto filosofico che recita: se ci va male, ci va bene, se ci va bene ci va benissimo. Ovvero, se non dovessero tornare le farfalle, la città sarà comunque più bella; se invece tornano, ci insegneranno a zigzagare un po’ di più, a seguire qualche tentazione, qualche diversivo. Che ci fa bene.

Il giorno prescelto per l’evento c’è molta concorrenza e la piazza è già prenotata da altri riti: al mattino il cardinal Poma raccoglie il suo gregge, al pomeriggio Enrico Berlinguer raduna il suo. Due chiese un po’ acciaccate e frastornate dalla modernità.

Noi andiamo in Piazza della Mercanzia e giochiamo tutto il pomeriggio. Siamo un Circolo e facciamo Circolo e facciamo circolare pensieri, parole ed opere…

Franco Steri dipinge il farfallone

gli Occhi Dolci con i giornalisti Fulvio Tomasetta e Marco Guidi

gli Occhi Dolci e Bruno Ardillo, sulla destra con la barba