Via Indipendenza libera, islamica e ruspante

di Gabriele Giunchi

E’ l’autunno del 1984. Via Indipendenza è chiusa al traffico per lavori alla pavimentazione. Fanno bella la strada perché l’intenso traffico l’ha scassata e perché da sempre la considerano la regina tra le sorelle vie.

Per forza di cose si è dovuto pedonalizzare un tratto del centro storico e regolare diversamente  il traffico automobilistico. La necessità può più che la volontà che rimane incerta e pendula, nonostante un referendum che chiede al 70% la chiusura del traffico in tutta l’area urbana..

Gli “Occhi Dolci” guardano la larga arteria e pensano: lasciamola scorrere così, lentamente, liberiamola anche a lavori conclusi. Approfittiamone per dire: “Sempre così! Pedonalizziamo almeno la cosiddetta T, santo cielo!”

Proviamo a fare un progetto assieme allo studio di architettura “Iguana”. Nei nostri desiderata la via diventa un salotto dove regnano le parole a bassa voce, dove anche il ciclista scende dalla bici, dove si può entrare solo a piedi o coi passeggini, dove sono aboliti i prezzi fissi e ad ogni acquisto si abbina una consumazione, un intorto (questo il senso di mercato islamico), dove l’arredo comprende anche i portacenere.

La via collega piazza Otto Agosto a Piazza Maggiore ed estrapolata dalla planimetria della città, forma una chiave.

Bene, ordiniamo ad una grande pasticceria chili e chili di biscotti con quella forma ed annunciamo: VENITE! VE LA DIAMO NOI LA CHIAVE DELLA CITTÀ’!

Una nota ditta di liquori ci regala casse di pregiate bottiglie per pasteggiare in allegria.

Chiediamo inoltre al Comune la sala dei “Trecento” in Palazzo Re Enzo per tenere una festa/conferenza stampa. Disporremo una lunga teoria di tavoli a formare una T o una grande chiave.

Va tutto bene? Sì e no. Ci sembra che non basti. Le resistenze alla pedonalizzazione del centro sono tante, rese ottuse dalle consuetudini e dalle gelosie.

Allora andiamo al mercato del pollame e comperiamo 50 galline padovane. Sono adatte perché color rosso-Bologna. Poi chiediamo al nostro amico Francesco di scendere dalla sua fattoria a Rio Tradito con una famiglia di oche. ..

Ma prima andiamo in Questura. Squadra Politica. “Cosa volete?”

“Chiedere l’autorizzazione per una manifestazione. Come sempre!”

“Bene. Di che manifestazione si tratta?”

“Di un corteo di oche e galline”

“Cosa! Ma allora si tratta di un happening!” Dice il Vicequestore saltando sulla sedia.

“Ma quanta gente prevedete al corteo?”

“Sulle persone non sappiamo dire. Le galline saranno 50, più una famiglia di oche che faranno da apripista”.

Bene. Autorizzato.

Poi andiamo in Comune. Il Sindaco è imbarazzato. L’Assessore al traffico è contrario. Via Indipendenza è stata appena riaperta e non si può concepire la chiusura della via per una performance di questa natura. Si riunisce la Giunta. Noi ci adagiamo in sala d’attesa dove rintoccano le note dell’orologio a pendolo. Passano le ore. Poi viene autorizzata la manifestazione precisando che sarà chiusa per sola mezz’ora la corsia che viene verso piazza Maggiore.

È una misura pilatesca, più dissennata che logica. Non saranno infatti le galline a fermare il traffico, ma chi le vedrà sfilare dalla parte opposta…

filetype_pdfLeggi la richiesta di autorizzazione per il corteo

filetype_pdfLeggi la concessione dell’autorizzazione da parte del Comune

Arena del Sole. Da un grosso gippone scendono 49 galline. Una non è voluta venire. Le oche invece rimarranno bloccate – causa un incidente – a Casalecchio. Il corteo è fitto fitto: ci sono saltimbanchi, gente sui trampoli, giocolieri. Un cane lupo. Gulp! Un cane lupo. Le galline si bloccano e si gettano una addosso all’altra. I Vigili si agitano. Noi stendiamo il nostro lunghissimo striscione con la scritta “VIA INDIPENDENZA LIBERA ISLAMICA RUSPANTE a protezione dei pennuti. Poi battiamo le mani. Il corteo si muove. Arriviamo a Palazzo Re Enzo nel tempo previsto. Due galline sono date per disperse e forse hanno imboccato il sottopasso, forse hanno incontrato un imprevisto predatore.

Comunque è la prima volta, dal Medioevo, che dei polli entrano e soprattutto escono vivi da Bologna.

Noi facciamo festa grande. Ma non alle galline che, anzi, andranno a vivere in collina, libere e ruspanti per davvero (tranne due che regaliamo alla segretaria del Sindaco).

In conferenza ribadiamo che, oltre alla via prediletta, dobbiamo imparare ed istigare ad essere liberi di, a, da, in, con su, per, tra, fra. Poi parlano i calici. Alla salute!

Se si parla di polli... (estratto dell'intervento di Gabriele Baldini in conferenza stampa, calligrafia da medico)
Se si parla di polli… (estratto dell’intervento di Gabriele Baldini in conferenza stampa, calligrafia da medico)

filetype_pdfLeggi un estratto della conferenza stampa a Palazzo Re Enzo

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