Il treno di Einstein

Dal manoscritto stilato nel 1985 all’Osteria di Via Polese da Gabriele Giunchi

Per guadagnare tempo secondo le leggi fisiche bisogna andare più forte della velocità della luce. Così dal 1926 ha dimostrato Einstein con la legge sulla relatività e con in noto esempio dei due gemelli.

Ma questo per noi è impossibile, perciò quel che conta è riempire bene il tempo, fare in modo che non ci siano rammarichi per il passato, sia nelle piccole che nella grandi cose.

Andare alla velocità della candela, ma agendo, pensando e volendo …al gerundio. Per la semplice ragione che conviene, essendo che 1+1+1 in un’ora è meglio che 1 in mezz’ora.

Detto questo vogliamo fare un treno, un treno tutto speciale, per com’è, per dove va e perché può arrivare tranquillamente in ritardo. Un treno dove tutta la differenza è…in più!

Vediamo. Stare in piedi sarà un piacere. Ma come? Perché?

Perché c’è un vagone discoteca: musica luci e corpi in doppio movimento. Si balla e si va roteando sulle linee parallele.  Davanti c’è solo il locomotore che da il ritmo anche lui, senza complessi da sorpasso.

Dietro c’è il piacere opposto, dal verticale all’orizzontale: il vagone salotto. Relax a quaranta carati. Che vuol dire cuscini, tappeti, tendaggi per la morbida comodità del corpo; massima intesa tra cibi, bevande e palato; il piacere di rinunciare alle scarpe e di prendersi alcune libertà d’animo. E quindi chiacchiere sane d’istinti e d’intenti.

Segue il vagone dispensa, disordinato ed efficiente come si conviene. Ricca ogni sostanza. Alla salute. Buon appetito e prosit, ad ogni partenza e arrivo.

E il privato? Tanti vagoni con tanti posti a sedere  per i 316 passeggeri, equipaggio compreso. Uno scopone sincero, un approccio ravvicinato, una pennichella. Di certo non un fotoromanzo, semmai un …governo ladro! E poi non fioretti ma fiori.

E dulcis in fundo, il buio e dei film. La cannuccia con le bibite…e qui il gerundio è molteplice a seconda di chi siede vicino.

Intanto si va. E se il bello c’è già non è detto che altro non ne possa venire….

…Sullo sfondo  solo un ragionamento banale, culturale, essenziale.

Ci sono due correnti. Una fredda, accelerata, informatica, stressante, con la borsa, i titoli, la nebbia, l’ordine e i meriti del denaro. L’altra lenta, ironica, caciarona, disordinata, con il botteghino, la cabala, il sole, il “faticamme a faticà”.

Scegliete voi. Noi siamo per il “chiane chiane” e per sentimenti forti forti: un sano sussulto anche per i deboli di cuore. Che se dovessimo spiegarlo a uno svizzero, diremmo: “Forse non lo sai ma pure questo è amore”.

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